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Il segreto dei centenari sardi

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Genetisti, medici, scienziati e ricercatori la chiamano la “Blue Zone” ossia, letteralmente, “zona blu”: Stiamo parlando di un’area nell’entroterra sardo, vicino Nuoro, che comprende circa 14 città diverse dove esiste un tasso di centenari che è circa 4 /5 volte maggiore rispetto alla media sia sarda che nazionale.

I ricercatori si sono a lungo domandati il perché di questa longevità. Recentemente una società di ricerca medico-scientifica inglese, la “AIM- Life Sciences”, ha acquisito dei campioni di sangue per studiare il profilo genetico dei centenari sardi. L’obiettivo è quello di riuscire a trovare l’elisir di lunga vita di queste persone. Ciò che stupisce i ricercatori è l’elevata percentuale di persone che superano i 100 anni di età in una porzione di territorio notevolmente circoscritta.

La notizia di questa indagine ha destato molto scalpore e ha sollevato anche dubbi e domande rispetto alla liceità dello studio: alcuni esponenti delle Associazioni di categoria, infatti, sostengono che i campioni siano stati acquisiti tramite società terze, senza informare adeguatamente le persone oggetto di analisi.

Inoltre il costo dell’operazione sarebbe stato irrisorio, nonostante le informazioni che se ne possono ricavare aprirebbero alla società inglese un business multimilionario. È chiaro, dunque, come questa notizia desti molti dubbi di carattere etico: è giusto, in particolare, studiare il DNA di persone ultracentenarie che non hanno la possibilità di dare un consenso realmente informato dei dati raccolti e studiati?

Sicuramente tramite questa ricerca i medici vogliono cercare di capire quali siano le ragioni della longevità di questi Sardi.

Secondo gli scienziati, a determinare la longevità di queste persone sarebbe un fattore genetico trasmesso di generazione in generazione: chiaramente l’individuazione di questo gene aprirebbe una serie di possibilità incredibili in campo medico e geriatrico.

Accanto a questa caratteristica biologica e ereditaria, vi sarebbero, però, altri fattori sociali e ambientali che contribuirebbero a migliorare l’aspettativa di vita dei Sardi che vivono nella “blue zone”.

Il primo fattore è quello climatico e ambientale: la temperatura generalmente mite e temperata di questo territorio è ideale per mantenere uno stato di salute generale dell’organismo. Oltre a ciò, va evidenziata la dieta e il regime alimentare di queste persone che si basa su prodotti del territorio, principalmente a km zero, coltivati in maniera diretta e, perlopiù, senza additivi o sostanze chimiche.

Notevole è l’apporto di cereali, legumi e di latticini freschi che sono alla basa dell’alimentazione quotidiana delle popolazioni della zona blu.

Altro fattore estremamente importante, che spiega la maggiore prospettiva di vita di questi sardi, è da ricercarsi nella stessa struttura sociale e familiare: i ricercatori, infatti, hanno notato che nei villaggi e nei piccoli centri all’interno della Blue Zone, le persone vivono dei legami molto forti. Questa notevole coesione sociale contribuirebbe a far sentire i centenari come parte integrante della società, abbattendo quel senso di frustrazione, inutilità e solitudine che vive, invece, la maggior parte degli anziani.

Alla base della lunga vita dei sardi della Blue Zone vi è, dunque , un mix di fattori e un’insieme di componenti biologiche, sociali e culturali.

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