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La questione del crocifisso nei luoghi pubblici

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È una questione che si trascina da anni nel nostro paese e che divide come poche altre problematiche sociali: quella dell’esposizione del crocifisso nei luoghi pubblici tira fuori tutta una serie di questioni che oggi sono più che mai attuali. Ecco alcune riflessioni in merito.

Il crocifisso: identità religiosa o culturale?

È innegabile che il simbolo del crocifisso sia in primo luogo un elemento religioso. È il simbolo che i Cristiani di tutto il mondo riconoscono come rappresentazione stessa della propria religione. Si trova in chiese e monasteri di tutto il mondo e i fedeli spesso lo espongono anche nella propria casa. Esistono centinaia di diversi modelli, fatti in materiali e stili che variano in base al suo utilizzo. Per esempio, può sì essere appeso al muro, ma si può portare anche al collo. Insomma, si tratta davvero di uno dei simboli più diffusi al mondo. Ma se è, innegabilmente, un simbolo religioso, perché deve essere esposto in un luogo che dovrebbe essere per legge laico, come un edificio pubblico? C’è chi risponde a questa domanda affermando che oltre che religioso, il crocifisso rappresenta la nostra cultura di italiani. Ora, è veramente difficile non prendere una posizione bene netta in questa vicenda e chiedo scusa se con le mie idee potrei urtare quelle di chi legge, ma devo necessariamente essere il più obiettivo possibile su questa controversa questione.

Partiamo dal mettere in chiaro una cosa: non tutti i cittadini italiani sono Cristiani. E non sto parlando di nuovi cittadini, arrivati da famiglie di origine straniera, ma proprio di cittadini italiani da generazioni e generazioni che semplicemente non hanno questa fede religiosa. Allora dove sono i diritti di queste persone? Perché devono accettare di entrare in un edificio pubblico che espone un simbolo religioso nel quale non credono affatto?

La Repubblica Italiana è uno Stato dichiaratamente laico, così come lo sono tutte le cosiddette democrazie occidentali. Questo significa che non esiste una religione di Stato e che i cittadini sono liberi di professare qualunque religione credano, anche nessuna, se è questa la loro opinione.

Un mondo globalizzato, un’Italia multinazionale

Fino ad ora non ho volutamente toccato l’aspetto dei cittadini stranieri residenti in Italia di religione diversa. Ma l’ho fatto proprio perché non credo che questo sia il primo aspetto da considerare. È vero, chi sceglie di vivere nel nostro paese lo deve fare rispettando le nostre regole, anche se sono contrarie alla sua etica. Dal mio punto di vista, dunque, affermando che il crocifisso sia un simbolo culturale italiano, non si violano i diritti di queste persone, che d’altra parte sono qui di loro spontanea volontà.

No, io credo che si vada a ledere il principio della laicità del nostro paese, elemento di grande democrazia e modernità conquistato durante i secoli. Per questo motivo ritengo che nessun luogo pubblico dovrebbe esporre il crocifisso (così come nessun altro simbolo religioso). Poi, ciascuno, a casa propria, può esporre tutti  i crocifissi che vuole senza che nessuno senta mai il bisogno di andare a sindacare sulla sua fede.

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